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Con un nickname così quale poteva essere il mio genere preferito se non il fantasy? Oltre ha Harry Potter, che ho riletto almeno 7 volte e che so quasi a memoria, di questo genere i miei libri preferiti sono "La trilogia di Bartimeus" di J. Stroud e "le cronache+le guerre del mondo emerso" della Troisi. Sto anche cercando di mettermi in pari con i fondatori del genere, e infatti adesso sono a metà del "Signore degli anelli" (che però a causa di tutta la roba che ho da studiare sta procedendo più lentamente del previsto). Mi piacciono anche libri di taglio più fantascientifico o distopico, ma non sopporto nulla che possa essere classificato sotto il genere "romance" qualcosa. Invece non mi dispiacciono libri più umoristici, come quelli di Pratchett nella serie del mondo disco o Adams con la guida galattica per autostoppisti.
Della "letteratura vera" ho letto volontariamente (=non per un compito scolastico) solo qualche libro di Primo Levi. Ho iniziato a leggere quei libri perché nella nostra università ne parlano tutti, visto che lui si era laureato in chimica proprio nel nostro dipartimento e che la nostra aula magna si chiama proprio "Primo Levi". A dirla tutta, l'aula magna e il laboratorio di chimica analitica sono ancora in buona parte gli stessi in cui Levi aveva studiato, per esempio l'anno scorso il commento del professore era stato: "perché questi sono gli stessi banconi descritti da Levi nel Sistema Periodico, quindi vedete di farci attenzione!". Comunque, una volta iniziato a leggere quei libri non si poteva fare a meno di restarci incollati, perché per quanto fosse cruda e dura la vicenda raccontata sai anche che sono tutte cose realmente accadute. E poi da studentessa di chimica, non posso che immedesimarmi in un pensiero come questo:
«Incominciammo a studiare fisica insieme, e Sandro fu stupito quando cercai di spiegargli alcune idee che a quel tempo confusamente coltivavo. Che la nobiltà dell'Uomo, acquisita in cento secoli di prove e di errori, era consistita nel farsi signore della materia, e che io mi ero iscritto a Chimica perché a questa nobiltà mi volevo mantenere fedele. Che vincere la materia è comprenderla, e comprendere la materia è necessario per comprendere l'universo e noi stessi: e che quindi il Sistema Periodico di Mendeleev, che proprio in quelle settimane imparavamo laboriosamente a dipanare, era una poesia, più alta e più solenne di tutte le poesie digerite in liceo: a pensarci bene, aveva perfino le rime!» (P. Levi, "Il Sistema Periodico", tratto dal racconto "Ferro")
(tra l'altro un estratto di questa citazione è anche riportata sulla tavola periodica gigante appesa nella nostra aula magna).
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