Non è ciò che sembra

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  1. shorty6
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    Ciao :) vorrei rendervi partecipi di un mio piccolo racconto, nella speranza possa piacervi e, soprattutto, tenervi compagnia.


    Prologo





    ***

    Le mani erano sudaticce e il cuore martellava nel petto. Momoko osservò per un’ultima volta la punta delle sue scarpe, si morse il labbro inferiore ed infine aprì per la prima volta la porta della sua prima casa.





    Un’aria calda e stantia l’accolse improvvisamente, costringendola ad arricciare il naso. Il suo sguardo eccitato cadde sulla tappezzeria di bassa qualità, sui lampadari vecchi contornati da qualche ragnatela e sui mobili scrostati della cucina. Di certo non era quella la scena che si era immaginata durante il viaggio in aereo. Sì, aveva decisamente sognato un po’ troppo.





    D’altra parte, aveva ottenuto in eredità quella casa dalla defunta zia Fumiko, la prima in famiglia ad essersi trasferita nella splendida città di Twinbrook. Momoko avanzò di qualche passo nella sua nuova casa e si soffermò ad osservare, da un vecchio specchio accanto alla scrivania, il suo volto affaticato dal lungo viaggio.





    Esaminò il riflesso della giovane donna di 25 anni laureata con lode in Economia, soffermandosi su quei tratti asiatici che l’avrebbero di certo distinta dagli abitanti caucasici di Twinbrook.
    «Domani inizia la caccia al lavoro!» esclamò al suo riflesso, con aria di sfida.






    I racconti di zia Fumiko riguardo Twinbrook l’avevano sempre affascinata, per questo motivo aveva deciso di trasferirsi in quella città, dopo il conseguimento della laurea. In particolare, zia Fumiko le aveva parlato delle grande opportunità lavorative - nonché degli affascinanti uomini - presenti a Twinbrook, che avevano incuriosito la giovane ed intraprendente Momoko.


     
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    Ma che bello, una nuova storia!!! Dall'inizio sembra molto carina e la protagonista è davvero bellissima, l'hai anche vestita troppo bene *____* Siamo curiosi di leggere il racconto :D
     
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    Che bello, una storia nuova! Sono curiosissima di leggere cosa succederà :D questa Momoko mi incuriosisce un sacco (è giapponese, giusto?)
     
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  4. shorty6
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    Grazie per il supporto :) Sì, Momoko è giapponese! Ci vediamo domani con un nuovo capitolo :)
     
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  5. solardrëam~
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    Bell'inizio! Complimenti :)

    Momoko mi ispira simpatia non so perchè ^^ E' anche molto carina!

    Allora a domani, aspetto il nuovo capitolo **
     
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    Che bello una nuova storia *-*
    Momoko è veramente molto carina, sono curiosa di sapefe come si trovera' nella nuova città :D
    Aspetto domani per il capitolo
     
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  7. shorty6
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    Eccoci qui con il nuovo capitolo. Chi conoscerà oggi Momoko?
    Fatemi sapere che ne pensate del nuovo personaggio: simpatico e goffo, o antipatico e sfrontato? ;)



    Capitolo 1



    Dopo una nottata insonne, compensata da deliziose Gaufre e una doccia rilassante, Momoko si accomodò al computer in cerca di un lavoro che le permettesse di sfruttare la sua laurea in Economia.



    Si sorprese quando, dopo pochi click, incappò in un’offerta nella carriera Affari; la Compagnia in questione stava cercando un Archivista. Certo, non era il lavoro dei suoi sogni, ma l’annuncio prometteva allettanti promozioni per i lavoratori meritevoli.



    Non ebbe nemmeno il tempo di entusiasmarsi per il suo nuovo lavoro che qualcuno suonò il campanello. Momoko si alzò titubante dalla sedia e si avvicinò alla porta. Chi potrebbe essere?, pensò fra sé, Sono appena arrivata in città e non conosco proprio nessuno.



    Quando aprì la porta si trovò di fronte una giovane donna, all’incirca della sua età, il cui viso era arricchito da simpatiche lentiggini e contornato da lunghi capelli biondi.



    «Ciao, mi chiamo Giulia! Sono la tua nuova vicina di casa» si presentò la ragazza «Ecco, tieni, ti ho portato un regalo per augurarti una buona permanenza!».



    Momoko si stupì nell’udire quella voce acuta e mielosa che l’accoglieva così di prima mattina.
    «Oh, grazie» mormorò osservando la confezione ben incartata che le stava porgendo la ragazza.
    «Ma di niente, figurati!» esclamò Giulia, mantenendo un tono di voce squillante «E’ una torta alle mele, spero ti piaccia! Anche perché era quella che costava meno al supermercato, ehm-ehm.»



    Momoko si limitò ad un flebile sorriso imbarazzato. Il suo sguardo confuso venne immediatamente intercettato dalla ragazza.
    «Oh, è un brutto momento per caso?» cinguettò Giulia.
    Momoko rimase in silenzio per qualche istante, poi scosse la testa. Non era abituata a tutta quella cordialità, per di più proveniente da un estraneo. Velocemente si scrollò di dosso quei pensieri, che non l’avrebbero di certo aiutata a mantenere viva la conversazione. «Scusami tu,» replicò «che maleducata, non ti ho nemmeno fatta entrare. Prego, accomodati, non rimanere sull’uscio».
    Momoko alzò un braccio in direzione dell’interno della casa, accogliendo la sua vicina. Giulia si intrufolò di qualche passo nella piccola abitazione.



    «Beh ecco,» mormorò guardandosi intorno «non vorrei sembrare maleducata... ma questa casa ha decisamente bisogno di una bella rinfrescata. Questi mobili saranno dell’anteguerra.»
    «D’altra parte,» riprese Giulia senza curarsi dello sguardo sbigottito di Momoko «qui, prima di te, ci abitava una vecchia signora. Sai quelle solite pettegole antipatiche-»
    «Ehm, veramente qui ci abitava mia zia...» la interruppe imbarazzata Momoko.
    Per un istante il viso di Giulia si colorò di rosso, facendo risaltare maggiormente le lentiggini.
    «Oh beh, ecco insomma... no?» farfugliò la ragazza proponendo un sorriso impacciato «Mangiamo la torta?»



    ***

    «Ne combino sempre una, uffi» sbuffò Giulia giocherellando con la sua forchetta.
    Momoko la guardò con aria interrogativa, mangiamo un pezzo di torta.
    «Credo di aver fatto una pessima figura con te, prima!» piagnucolò Giulia «Oh cielo, ti sembrerò una pazza!»
    Momoko abbozzò un sorriso. «Ma non è vero...» la rincuorò. La sua voce insicura tradì le sue buone intenzioni.
    Giulia aggrottò la fronte, poi alzò le sopracciglia. «Ah davvero?» chiese con tono autoironico.
    «Beh, forse giusto un po’...» confessò Momoko.



    Le due ragazze scoppiarono in una fragorosa risata e, tra una fetta di torta e l’altra, trascorsero una piacevole mattinata. Zia Fumiko aveva ragione: questa città offre grandi occasioni.
    Aveva appena trovato un lavoro e, perché no, una nuova amica.
     
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    CITAZIONE
    Fatemi sapere che ne pensate del nuovo personaggio: simpatico e goffo, o antipatico e sfrontato? ;)

    All'inizio quando ho letto la domanda ero rimasta un po' perplessa, perché quelle due definizioni mi sembravano talmente diverse da non poter descrivere la stessa persona. Leggendo il capitolo però concordo con te, in effetti tutti e quattro gli aggettivi le si addicono in qualche modo. Io punterei su una via di mezzo, tipo "simpatico e sfrontato" ;)

    Comunque il capitolo è molto divertente (anch'io resterei quantomeno perplessa se un'estranea mi si catapultasse in casa così, povera Momoko era ancora in vestaglia!)
     
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  9. And-One
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    Bell'inizio. Curioso di sapere il proseguimento... :)
     
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  10. shorty6
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    Sono felice vi piaccia :) Ahahah HermioneSims credo tu abbia trovato l'accoppiata ideale per descrivere Giulia!
    Domani Momoko andrà al lavoro, sarà una giornata piuttosto intensa... Scopriremo cosa succederà nei prossimi 2 capitoli ;)
     
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  11. solardrëam~
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    Ahahaha xD E' stato un capitolo molto divertente!
    Giulia mi piace è quella ragazza simpatica/buffa e anche un po' effettivamente sfrontata (un po' come me xD)
    Momoko è timida a quanto pare...ma sembra come se qualche pensiero la turbasse! Vedremo (:

    Comunque, mi sta già iniziando a piacere questa storia! ** Mi piace anche il tuo modo di scrivere: semplice ma descrittivo
    Continua così!
     
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  12. shorty6
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    Capitolo 2

    Un’altra notte insonne. Questa volta, però, per un valido motivo: il primo giorno di lavoro.
    La sera precedente Momoko aveva perso più di un’ora a scegliere l’abito migliore per questo importante avvenimento. «Si sa,» si ripeteva davanti allo specchio «è la prima impressione quella che conta.» E dopo questo rituale cambiava abito, perché non riusciva a comprendere quale dovesse essere la prima impressione che gli altri si sarebbero dovuti fare sul suo conto. Una persona seria? O forse gentile? E perché no simpatica e disponibile? Ogni caratteristica veniva rappresentata da un vestito differente.
    Il sonno di Momoko fu disturbato da questi continui pensieri e la mattina arrivò presto.



    Dopo una rapida doccia e una spremuta d’arancia, Momoko indossò un tailleur nero ed uscì di casa.



    Si strinse nel cappotto mentre una folata di vento indicava minacciosamente l’arrivo dell’autunno.
    L’aria fredda di Twinbrook la obbligò a tenere lo sguardo basso per non far lacrimare gli occhi e rovinare così il trucco creato. I passi erano corti ma rapidi, quanto permesso dalle francesine nere col tacco alto.



    Stava avanzando velocemente tra le strade ancora addormentate della città, quando d’improvvisò andò a sbattere contro qualcosa. Qualcuno. Momoko alzò gli occhi mortificata, mordendosi il labbro inferiore. Davanti a lei si trovava un ragazzo moro, con occhi verdi magnetici, denti bianchissimi e un fisico palestrato.
    «Ehi,» salutò lo sconosciuto alzando il mento «Dove vai così di fretta?»



    «Ti chiedo scusa» sussurrò Momoko imbarazzata, intrecciando le dita delle mani «Tenevo lo sguardo basso, non ti ho visto.» La voce le tremava, e non solo per il freddo.
    Lo Sconosciuto annuì lentamente fissandola con i suoi grandi occhi profondi.
    «Ehm, sto andando al lavoro» continuò Momoko, cercando di evitare lo sguardo del ragazzo «E’ il mio primo giorno, mi sono appena trasferita in città.»



    «Ah, ecco!» esclamò il ragazzo «Mi sembrava infatti di non averti mai vista. Beh, non voglio trattenerti oltre allora. Ci si vede, Straniera». Improvvisò un buffo inchino accompagnato da un occhiolino malizioso. Poi si incamminò verso il centro.
    Momoko si voltò ad osservare lo Sconosciuto allontanarsi. Un brivido le attraversò la schiena e, nemmeno questo, era totalmente dipeso al freddo.

     
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  13. shorty6
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    Proseguiamo con la storia :) In questo capitolo scopriremo qualcosa in più sulla nostra Momoko.



    Capitolo 3



    Le sei ore lavorative passarono in fretta, tra il fotocopiare alcuni documenti e il preparare caffè macchiati. Ma Momoko non sembrò più di tanto dispiaciuta per la sua posizione lavorativa, che non rispecchiava di certo la mansione di un Archivista. Per gran parte del tempo, infatti, non poté fare a meno di pensare al ragazzo stranamente conosciuto quella mattina. Non era da lei invaghirsi facilmente e si era inoltre ripromessa di non fidarsi troppo presto degli altri Sim. No, non dopo quello che le era successo. Però c’era qualcosa nello Sconosciuto che la incuriosiva.
    Terminato il lavoro si incamminò verso casa ripercorrendo la stessa strada della mattina, un po’ perché era l’unica che conosceva, un po’ nella speranza di rincontrare lo Sconosciuto.



    Purtroppo la fortuna non fu dalla sua parte. Sconsolata imboccò una strada tangenziale al centro e la sua attenzione fu catturata da un candido pannello posto fuori dalla Galleria d’Arte. Al centro era appeso il ritratto di una donna, della quale si potevano ammirare solamente il naso sottile, la bocca carnosa e il generoso décolleté. Incuriosita dalle pennellate rapidi e decise che delineavano il corpo della giovane donna, Momoko si avvicinò al quadro per leggere il nome dell’artista: Anonimo. Aggrottò la fronte perplessa. Perché il pittore non ha firmato il dipinto con il suo vero nome? Di certo non ha nulla di cui vergognarsi, questo ritratto è meraviglioso.



    Momoko spostò lo sguardo sulla didascalia appesa accanto al quadro. “Il misterioso pittore ritrae la misteriosa donna. In esclusiva, vi proponiamo l’ultima strepitosa opera del nostro talentuoso Anonimo. All’interno altri capolavori dell’artista locale. Dalle ore 17 biglietti a soli 15 Simoleon”.



    Mmmh, interessante. Momoko possedeva il Tratto Artistico, sebbene non si fosse mai cimentata nella realizzazione di un’opera d’arte. In ogni caso, le avrebbe fatto piacere visitare quel museo, soprattutto per scoprire qualcosa in più su quel famoso pittore. Purtroppo i suoi piedi affaticati dai tacchi alti la costrinsero a rimandare la visita alla Galleria e la condussero pigramente fino al vialetto lungo il quale abitava.
    Poco distante, dalla parte opposta della strada, notò Giulia intenta a ripulire il giardino dalle foglie morte che l’inizio dell’autunno portava con sé.



    Momoko si avvicinò a lei, felice di vedere finalmente un volto familiare.
    «Ciao, Giulia!» la salutò con tono simpatico.
    «Oh, ciao» rispose stancamente la ragazza appoggiando il rastrello «Sono contenta tu sia qui, così posso fare una pausa. Uff, sto ripulendo il prato da queste maledette foglie» si asciugò la fronte «E’ una vera faticaccia farlo con i tacchi alti, non te lo consiglio proprio!»
    Momoko sorrise. «Oh, beh, vedrò di ricordarmelo, grazie.»




    «Allora, che mi racconti?» domandò Giulia annaffiando i fiori impavidi che l’autunno non era riuscito a piegare.
    Momoko si illuminò d’un tratto «Ecco, poco fa sono passata davanti alla Galleria d’Arte e ho notato una cosa che mi ha incuriosita... sai dirmi niente di un certo pittore che si firma Anonimo?»
    Ci fu un momento di silenzio, durante il quale lo sguardò di Giulia sembrò assente. Imperativamente la ragazza riacquistò la sua aria sbarazzina. «Beh, qui in città abbiamo un pittore piuttosto famoso... firma tutte le sue tele Anonimo, e nessuno di noi sa chi sia. Io trovo la cosa a dir poco elettrizzante!» esclamò tornando per un istante ad essere una adolescente «Ehi, si accettano scommesse: io punto tutto su Andrea. E’ un tipo molto misterioso, sai. Alto, biondo, muscoloso, ricco. Insomma, l’uomo perfetto!»



    «Ahahah, mi dispiace ma non conosco questo Andrea...» rise Momoko, poi la sua voce si incupì «Purtroppo non conosco ancora nessuno in città. Anzi, giusto stamattina mi sono scontrata – letteralmente purtroppo – con un ragazzo.»
    «Uuuh,» gli occhi di Giulia si illuminarono «e chi è? Com’è?»
    Momoko abbassò timidamente lo sguardo. Non era pronta a parlare di quest’argomento con Giulia e non avrebbe nemmeno saputo cosa dire circa lo Sconosciuto. Avevano parlato talmente poco che non era riuscita a conoscere nemmeno un suo Tratto.



    «Ehi, sai che c’è?» disse d’un tratto Giulia rompendo il silenzio imbarazzante «Io conosco tante persone, tu non conosci nessuno. Io ho il Tratto All’Avanguardia, tu Artistico. Ho deciso: domani andiamo alla Galleria d’Arte di Twinbrook!» cinguettò felice «Chiaramente dopo le 17, che il biglietto costa meno!»

     
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    Mi piace un sacco vedere che hai ambietato la storia proprio dentro a the sims, con i simmini che parlano dei loro tratti e tutto il resto. Spesso invece (lo faccio anch'io) ci si limita a usare il quartiere come set e i simmini come attori, e l'effetto finale è molto più "artificiale" rispetto a quello della tua storia ^_^ .

    Anche la storia e i personaggi mi incuriosiscono un sacco, soprattutto sono curiosa di scoprire chi è questo artista anonimo...
     
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  15. shorty6
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    CITAZIONE (§HermioneSims§ @ 8/5/2015, 17:34) 
    Mi piace un sacco vedere che hai ambietato la storia proprio dentro a the sims, con i simmini che parlano dei loro tratti e tutto il resto. Spesso invece (lo faccio anch'io) ci si limita a usare il quartiere come set e i simmini come attori, e l'effetto finale è molto più "artificiale" rispetto a quello della tua storia ^_^ .

    Anche la storia e i personaggi mi incuriosiscono un sacco, soprattutto sono curiosa di scoprire chi è questo artista anonimo...

    Mi fa tanto piacere ti piaccia la storia! Grazie per lasciare sempre un commento carino :)
     
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95 replies since 6/5/2015, 12:09   1483 views
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