I viaggi di Emma

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  1. ~Regina~
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    Mi avete fatto venire una voglia matta di pubblicare anche la mia storia! *-* Mi sa che all'esame ci porto questa, perché per scriverla non ho studiato una cippa oggi xD

    Dunque, una piccola premessa sulla mia storiella.

    La protagonista, Emma, riprende un po' alcuni aspetti della mia vita; ha la mia stessa età, alcuni interessi in comune e come me non ha la più pallida idea di cosa fare dopo la laurea e si sente poco compresa dagli altri. Tutto il resto è di mia invenzione, per esempio sono pigra da far schifo, mio padre non ha un'azienda dove farmi lavorare e fortunatamente è molto più comprensivo del babbo di Emma :P

    La storia non ha una struttura ben precisa, la deciderò man mano che va avanti, anche perché la trama stessa è in fieri nella mia testa :asd:

    Spero che vi piaccia!


    I VIAGGI DI EMMA



    CAPITOLO 1


    Il prossimo che me lo chiede di nuovo...

    Non ne poteva più. Chiuse Facebook, silenziò una decina di gruppi e contatti su Whatsapp e si stese a letto.
    La pazienza di Emma era sempre stata tanta, ma da qualche tempo sentiva una forte voglia di prendere a urla chiunque le parlasse. Lo chiamava "il vai al diavolo latente", quello che non aveva mai detto perché troppo educata.



    Si sentiva spossata, senza neppure la voglia di alzarsi. La tesi l'aveva conclusa e stampata, le beghe burocratiche erano finite e il vestito per la laurea era già nel suo armadio. Non aveva nulla da fare...
    Magari decidere cosa fare a partire da domani, che dici?
    Eh, certo che doveva... e lo avrebbe anche fatto, ma il solo pensarci le dava una stretta allo stomaco che la soffocava, la rendeva ansiosa come normalmente non era. E starsene a letto a pensare non aiutava.
    Emma era una ragazza troppo attiva per rinchiudersi a lungo in casa. Si sollevò a forza e si trascinò in strada, facendo ben attenzione a non intercettare sua madre o suo padre mentre scendeva le scale. Soprattutto suo padre.

    Girovagò un po' per schiarirsi le idee. Che fare? Il giorno dopo si sarebbe laureata, il tempo per decidere ormai era scaduto. Erano anni che si faceva le stesse domande, ed erano anni che rimandava e rimandava e rimandava.
    C'erano tante cose che le piaceva fare. Suonare, passeggiare senza meta, fare da consulente a qualche amico con un problema, scrivere; eppure, non riusciva a trovare idee per trasformare questi suoi interessi in lavoro, li inquadrava come semplici passatempi.
    E' la stessa cosa che mi dice papà, pensò mentre si sedeva ad uno dei tavoli del parco.



    Non la mollava un attimo da quando aveva annunciato di aver superato l'ultimo esame. Per lui era sempre tutto semplice, la vita stessa era semplice perché fatta di bianchi e neri, di volere e dovere che spesso non potevano coincidere, e quando non coincidevano bisognava accettarlo e andare avanti. A Emma di lavorare nella sua azienda non importava nulla. O meglio, non era sicura. Avrebbe voluto provare a fare altro, girare il mondo, scoprire se la sua casa e la sua vita fossero da qualche altra parte; magari, alla fine, avrebbe cominciato ad apprezzare l'opportunità di lavorare con suo padre, ma ora... perché rassegnarsi subito?

    Quei pensieri le stavano spaccando la testa. Si alzò anche da lì e riprese a camminare.
    Il parco stava dietro la palestra e la biblioteca; sperava di potervi trovare alcuni colleghi, aveva bisogno di parlare con qualcuno, anche se temeva che la conversazione potesse andare a finire al solito modo.
    E infatti...



    In biblioteca incontrò alcuni amici. O meglio, colleghi; non era mai riuscita a socializzare più di tanto, forse perché avevano un modo di pensare troppo diverso dal suo.
    Chiacchierarono del più e del meno. Non voleva dare l'impressione di averli raggiunti solo per parlare d sé, perciò tergiversò qualche minuto, fino a che Cristina non pose la tanto temuta domanda.
    "Hai deciso cosa farai dopo?"
    "Ma come decidere?" chiese Francesca. "Lavorerà dal padre, immagino".
    Noo non è possibile...
    "Non lo so ancora ragazze, devo vedere..."
    "Ancora? Ma vai lì, no? Con la fortuna che hai non puoi sprecare tempo a fare altre cose".
    Emma cominciava a irritarsi.



    "Ma non sto sprecando tempo!" rispose a voce un po' alta. Poi la abbassò, vedendo che stava attirando l'attenzione. "Non è che solo perché mio padre ha un'azienda debba lavorare con lui. Vi ricordate che siamo nel 2015, sì?"
    "E che vuol dire?" chiese Francesca. "Siamo nel 2015, ma non devi buttare al cesso un'occasione come questa".
    "Pensa a tutti quelli che il lavoro devono cercarselo" intervenne Christian. "Scusa se te lo dico, ma secondo me quello che dici è un po' un insulto ai disoccupati e chi fa la fame".
    "Come?" Emma si spostò di fianco a lui. "Quindi secondo te io dovrei trascorrere tutta la mia vita a fare una cosa che non mi piace, potendo scegliere, solo perché qualcun altro che neppure conosco potrebbe offendersi?"
    Christian annuì, e ad Emma partì l'embolo. "Ma tu non eri quello che si lamentava quando aveva la gamba rotta? Sai che secondo il tuo geniale ragionamento dovevi stare zitto perché da qualche parte c'è qualcuno che la gamba non ce l'ha? E anche quella persona non potrebbe perché c'è chi non ne ha manco una?"



    "Emma calmati" supplicò Francesca, cercando con lo sguardo dove fosse il bibliotecario.
    "No che non mi calmo! Mi sono rotta!"
    "Però ha ragione lei, lasciamola in pace: farà quello che vuole, no?" disse Cristina. Emma si appuntò di farle un regalo.
    "Grazie Cri! Ora meglio se vado, voglio ripetermi un po' il discorso" annunciò e si allontanò da loro, prima che potessero aggiungere qualcosa.
    Avrebbe dovuto immaginare quelle risposte, erano già entrati in argomento più volte e sapeva come la pensavano.
    Scema! Adesso sei più nervosa di prima!
    Imboccò inconsciamente la strada di casa. Non appena se ne rese conto imprecò ad alta voce con gli occhi al cielo.
    Da queste parti rischio di incontrare papà, accidenti! Non ne ho voglia...
    E, come evocato, suo padre comparve qualche metro davanti a lei, sbucato da un angolo come un fungo.
     
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    Forte, dopo la tua presentazione ero giusto curiosa di leggere una tua storia! :D
    Ad ogni modo, è scritto davvero benissimo, in pratica si legge da sola ;) Però hai interrotto proprio sul più bello, adesso sono curiosissima di sapere come va avanti! :googles:
     
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  3. ~Regina~
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    Uhh grazie mille, son contenta *-*

    Eheh, ho interrotto sul più bello proprio per tenervi sulle spine u_u Entro un paio di giorni posto il capitolo 2!
     
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2 replies since 14/11/2015, 00:12   62 views
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